sabato 18 settembre 2010

Una terra, molti stati


Quando dall'iniziale forma sferica, che tutti conosciamo, o abbiamo intravisto dal satellite, ci caliamo in una realta' piu' palpabile, di tutti i giorni, ci accorgiamo che ci sono dei limiti in un certo senso invalicabili, quelli "di stato" nel senso culturale e politico, che non e' possibile eludere semplicemente valicando i confini. A differenza di una forma sferica cosi' perfetta, silente e parlante, c'e' un senso materiale molto forte a livello di tutti i giorni, che viene diffuso in ogni presenza reale, racchiusa tra barriere nazionali. Quindi dal globo che noi tutti conosciamo e che abbiamo familiare dalle prime scuole elementari, si dipanano enormi differenze, culturali, antropologiche, storiche, folkloristiche. Ci sono innumerevoli realta' che convivono nello stesso momento, frammentate, a miriadi. Lo si puo' constatare anche prendendo a caso due opposte regioni del proprio paese, per poter notare quanto siano distanti le nozioni intrinseche di quel posto, di come gli uomini ragionino presi come da una "maglia culturale" che li inserisce in maniera integrata nella societa'. Quindi anche se la terra e' una, le differenze sono tante. Palpabili, sensibili. A livello di lingua, appartenenza etnica. Ma lo sbaglio che si puo' facilmente commettere puo' essere, per chi constata costernato quante frammentazioni siano presenti -si parla di macroscale- e' proprio quello di cristallizzare queste differenze in qualcosa di immutabile, incorreggibile, eterno e colorato con differenze mai colmabili. Questo sarebbe l'inizio di un lungo processo di compartimentazione che porterebbe inevitabilmente a preventivi assolutismi. Tuttavia, un po' per iniziare il percorso attorno a queste strane entita' chiamate capitali, e' necessario prima figurarsi il quadro complessivo di un'unita' di sovranita', che delinea oggi il quadro mondiale: negli anni, da quei fluidi e continui movimenti di genti, imperi e tribu', si e' arrivati oggi agli stati nazione, cresciuti progressivamente fino ad arrivare alla cifra di 204 -pur con varie distinzioni. 194 gli stati generalmente riconosciuti stati sovrani a livello internazionale, tra cui 192 membri ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), mentre i rimanenti sono rispettivamente osservatore permanente di questa - Citta' del Vaticano - e un ex-membro, Taiwan, che oggigiorno e' riconosciuto solamente da 22 stati membri piu' il Vaticano. Successivamente, vi sono altri sette stati i quali si sono autoproclamati indipendenti, con alterna visibilita': Abcazia (riconosciuto da 4 membri Onu) ; Cipro del Nord (solo dalla Turchia) ; Kosovo (decisamente maggiore, settanta stati membri) e Ossezia del Sud (anche per lei 4 membri ONU). Gli stati rimanenti sono entita' che hanno ricevuto poca o nessuna importanza dallo scacchiere internazionale, risultando interamente al di fuori di accordi tra stati: Transnistria, Somaliland e Nagorno-Karabah. Per poi giungere a 3 entita' territoriali che pero' non possiedono un effettivo controllo sul proprio territorio: Autorita' Nazionale Palestinese (riconosciuta da 96 membri piu' il vaticano) , Sahara Occidentale (49 membri) e il Sovrano Militare Ordine di Malta (100 membri piu' il Vaticano). Si puo' gia', dopo questi dati, pensare a quanti stati vengano dimenticati, e di quanti effettivamente non se ne conosca l'esistenza, causa anche dell'influenza mediatica che spesso accentra e catalizza la maggior -se non tutta- attenzione su particolari stati, che divengono i principali attori di cronache. E questo non solo a causa dei conflitti interni o di guerre civili -al mondo sono numerose entrambe- ma proprio per strategie di importanza, valutate dai media. Questo un primo post per discernere in qualche passo le principali entita' sovrane territoriali.

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