Una notizia recente dei tabloid internazionali riguarda la presunta storia tra Naomi Campbell e l'ex presidente della Liberia, Charles Taylor: si assume infatti che la top model di colore abbia ricevuto un diamante di grosso calibro, probabilmente "insanguinato", e di pietre preziose "sporche". Sono partite subito le accuse, addirittura da esponenti di Hollywood, come Mia Farrow, e dalla corte dei crimini di guerra e del Sierra Leone, la quale chiede spiegazioni su come sia arrivato quel diamante alla modella, e da dove provenga in realta'. Secondo la Farrow, che partecipo' ad un viaggio in Africa con la Venere Nera, la top model riferi' del regalo e della sua intenzione di donarlo al Fondo di aiuti all'infanzia di Nelson Mandela (Nmcf). La fondazione ha poi confermato la consegna di tre piccoli diamanti ma ha precisato, con una missiva al tribunale, di non aver utilizzato le pietre per non coinvolgere l'organizzazione in "attività illegali" e di averle consegnate alla polizia sudafricana. Il collegamento tra l'ex dittatore e i ''diamanti insanguinati'' e' considerato un elemento chiave dai giudici del Tribunale speciale per la Sierra Leone all'Aja, che processano l'ex dittatore per crimini di guerra e contro l'umanita': Charles Taylor, infatti, non e' quel che si potrebbe chiamare stinco di santo: arrestato il 26 marzo del 2006 in Nigeria, e' infatti accusato di aver foraggiato i ribelli del Fronte rivoluzionario unito (Fru) nel corso della guerra civile in Sierra Leone in cambio di diamanti poi messi sul mercato. Oltre a questo, il commercio messo in atto dall'ex sergente sarebbe successivamente servito per alimentare la campagna di terrore in Sierra Leone tra il 1997 e il 2001. Naturalmente all'apertura del processo -nel gennaio 2008- Taylor ha negato tutti i capi di accusa, che includono crimini di guerra e contro l'umanita', omicidi e stupri. Con dati alla mano si puo' vedere che nei dieci anni di guerra civile in Sierra Leone che le vittime stimate siano state almeno 120 mila: mentre il figlio dell'ex presidente della Liberia Charles McArthur Emmanuel Taylor è stato condannato dalle autorita' con una pena commutata in sanzione economica -tramite il pagamento di 22 milioni di dollari come risarcimento a 5 persone torturate durante la guerra civile svoltasi nel paese - il padre invece venne, nello scorso anno, condannato a 97 anni di carcere per crimini contro l'umanità. La corte suprema e' quella americana, per la prima volta giudicante un cittadino estero per fatti compiuti al di fuori del suolo statunitense - anche se Taylor attualmente e' un cittadino americano. Attualmente la situazione in Liberia pare stabilizzata a livello politico, anche se un altro ribelle corrotto nonche' capo di paramilitari che rovesciarono assieme a Taylor il potere durante le guerre civili in Liberia sta concorrendo per le presidenziali del novembre 2011. Il "signore della guerra" Prince Johnson, famoso per le sue maniere spicce e per un video in cui lo si scorge sorseggiare birra mentre i suoi uomini sono intenti a mozzare le orecchie all'ex presidente Samuel Doe prima di assassinarlo brutalmente, e' oggi un "rispettabile" senatore della Repubblica liberiana, eletto a valanga nel 2005 nella sua regione d'origine. Questo Africano, noto piu' per gli stupri perpetrati dalle sue truppe che per grandi alzate di ingegno militari, sembra lanciatissimo nelle elezioni che lo vedranno concorrere con George Weah -l'ex calciatore del Milan che perse le elezioni contro l'attuale presidentessa liberiana- e con la stessa Sirleaf, oggi presidente. Alle critiche rivoltegli per il suo duro regime dove le oppressioni, stupri e loschi commerci erano all'ordine del giorno, Johnson risponde: «Non vedo che c'è di male. Abbiamo avuto una guerra civile, come l'America, come altri paesi. Tutti questi paesi alla fine sono andati avanti», ha detto l'ex capo ribelle in un'intervista alla Bbc «lo stesso generale de Gaulle ha combattuto la guerra ed è poi diventato presidente. Prendete Franklin Delano Roosevelt, o il generale Eisenhower. La Liberia non fa eccezione». Cosa ci si poteva aspettare? Lui e' alleato del sanguinario presidente Charles Taylor, oggi alla sbarra all'Aja per le atrocità a lui imputate durante la guerra civile nella vicina Sierra Leone, il quale all'epoca delle elezioni del 1997, quando la guerra civile ancora infuriava, si candidò e fece una campagna scandita dallo slogan: «Ho ucciso tuo padre, ho ucciso tua madre. Vota per me». Ottenne il 75 per cento dei voti. Chissà che il suo ex collega non rispolveri lo stesso slogan.
Una strada trafficata del centro di Monrovia
Vista di Monrovia
Mappa di Monrovia
A Monrovia ci vivono oggi circa 570,000 abitanti, 1,010,000 se si conta l'area metropolitana: assorbe il 29% percento della popolazione liberiana, rappresentando non solo il maggiore centro del paese ma anche quello finanziario, culturale e politico. Si commercializzano principalmente latex e ferro. Sono inoltre presenti cementifici, raffinerie, industrie di mattoni e di piastrelle. L'area fu chiamata inizialmente Cabo Mesurado dai marinai Portoghesi nel 1560, ma il vero e proprio insediamento inizio' quando i primi schiavi sopravvissuti cercarono di insediarsi nella zona, sotto gli auspici della Societa' Americana della Colonizzazione: arrivati a piu' tornate, battezzarono Christopolis la loro citta', cambiandole nome nel 1824 in Monrovia, in onore del presidente americano James Monroe, il quale fu un acceso sostenitore delle colonie nere in Africa, preferibili piuttosto di un'emancipazione in America. All'inizio del ventesimo secolo la citta' viene divisa in due parti: una nella quale si installano gli americani e i liberiani emigranti dal Sud-America (Monrovia) l'altra dove vivono le etnie locali, Krus, Bassas Grebos e molte altre (Krutown): di 4000 residenti, 2.500 erano Americo-Liberiani. Il secondo dopoguerra in Liberia fu caratterizzato dal governo di William Tubman, eletto nel 1944 e poi riconfermato alla carica di presidente per cinque mandati -per un totale di 27 anni- e cercò durante il suo periodo di presidenza di ridurre la distanza sociale, economica e politica fra gli Americo-liberiani e i nativi, ai quali estese il voto; riuscì ad attirare nuovi investimenti esteri in Liberia, e usò il denaro entrante per rimodernare il paese. Tubman riuscì ad attirare nuovi investimenti esteri in Liberia, e usò il denaro entrante per rimodernare il paese. Furono scoperti giacimenti minerari e furono costruite scuole, strade e ospedali. Durante il suo governo, inoltre, la Liberia emerse sul piano internazionale; il paese fu fra i membri fondatori sia delle Nazioni Unite che della Organizzazione di Unità Africana. venne successivamente definito, per la portata dei suoi obiettivi e delle riforme che mise in atto, Tubman "l'artefice della Liberia moderna". Nel 1979 l'Organizzazione di Unità Africana tiene la sua conferenza in Monrovia, l'allora presidente liberiano William Tolbert come suo presidente in carica: durante il suo mandato taglia del 50% i costi delle tasse universitarie e promuove la costruzione di case popolari; nel 1979, nel tentativo di risollevare l'economia locale, Tolbert propone di imporre un dazio sul riso importato dall'estero, iniziativa destinata a creare malumori. Essa infatti suscito' una violenta reazione nel paese, che assunse quasi i tratti di una vera e propria guerra civile, con molti morti e danni alle infrastrutture (specialmente a Monrovia): pochi mesi dopo, il sergente maggiore Samuel Doe dell'esercito liberiano diede vita a un colpo di stato in cui lo stesso Tolbert venne ucciso tramite un raid delle truppe di Doe nei palazzi del governo Nel 1980, anche in seguito al crollo dei prezzi della gomma che aveva creato ulteriori difficoltà all'economia liberiana, Tolbert iniziò a cercare la cooperazione economica con la Libia e Cuba, ed e' stato talvolta suggerito che il colpo di stato di Doe possa essere stato finanziato dalla CIA, al fine di impedire che la Liberia prendesse contatti con potenze esterne, soprattutto con Cuba. Il colpo di stato guidato da Samuel Doe mise fine a 133 anni di predominio politico degli Americo-liberiani: (Doe era un nativo di etnia Krahn) egli promise di far tornare il paese al regime civile entro il 1985, sospese la costituzione, e iniziò a liberare i prigionieri politici imprigionati durante il governo di Tubman e Tolbert. Inoltre venne abbozzata una nuova costituzione che prescriveva un sistema democratico multipartitico, la approvata con referendum nel 1984. Sebbene il colpo di stato fosse appoggiato dalla popolazione liberiana, Doe non era un politico esperto e non riuscì a impedire che si creassero nel paese nuove tensioni politiche ed etniche. Doe annullò anche l'opera di "disallineamento" di Tolbert, tornando a prendere posizione in modo spiccatamente filo-statunitense e anticomunista, iniziando nello stesso momento a imbavagliare la stampa e l'opposizione politica e insediando membri della propria etnia nelle posizioni di potere - discriminando successivamente in modo sempre più marcato gli altri gruppi etnici (soprattutto i Gio e i Mano). Nell'Ottobre 1985 si tengono le prime elezioni posteriori al colpo di stato, apparentemente per legittimare il regime di Doe. Ci sara' vincitore Doe, infatti, ma questo non avra' in realta' nessun legame con il golpista: Jackson Doe del Liberia Action Party (LAP) infatti sara' acclamato come vincitore da tutti gli osservatori internazionali, vincendo le elezioni con un ampio margine. Doe sergente non prendera' affatto bene questa votazione, e solo dopo una settimana di conteggio inizio' a licenziare gli ufficiali deputati alla conta dei voti rimpiazzandoli con un quelli di un suo speciale comitato, il quale annuncera' che Samuel Doe ha vinto le elezioni con il 50,9% dei voti. Come a risposta di questo abuso elettorale arriva in novembre un contro colpo di stato lanciato da Thomas Quikwonkpa, i quali soldati occupano brevemente la radio e il parlamento esecutivo. Ma non durera' per molto, infatti tre giorni dopo la repressione si intensifica e sia l'entourage di Quiwonkpa che 2000 civili verranno uccisi, mentre saranno imprigionati piu' di cento oppositori politici - inclusi Jackson Doe e il giornalista della BBC Isaac Bantu. Le tensioni fra le diverse etnie emerse durante il governo di Doe fecero si che numerosi profughi sconfinassero dal nord della Liberia in Costa d'Avorio. Charles Taylor, che era stato ministro di Doe e poi imprigionato per corruzione, accolse questi profughi e li addestrò militarmente, creando un piccolo esercito di 100 uomini chiamato National Patriotic Front of Liberia (NPFL). Proprio il giorno di natale e quindi un giorno propizio per iniziare una guerriglia a causa dell'imprevedibilita', il 25 dicembre 1989, l'NPFL penetrò in Liberia, ricevendo l'apporto di un gran numero di ribelli soprattutto delle etnie Gio e Mano -quelle fortemente discriminate da Doe- e di altri gruppi. Inizia la prima guerra civile americo-liberiana, e si staglia all'orizzonte anche la figura di Prince Johnson il quale entra in Liberia con Taylor, il quale riceve rinforzi dagli Stati Uniti tramite truppe senegalesi - dall'illuminante libro di Adebajo Adekeye , 'Liberia's Civil War: Nigeria, ECOMOG, and Regional Security in West Africa,' Lynne Rienner/International Peace Academy, 2002, p.107 - anche se queste hanno portato un servizio breve al conflitto. Doe viene successivamente catturato e torturato da Johnson e dai suoi uomini durante la guerra, e ripreso da una telecamera durante l'esecuzione capitale: si vede anche un malvagio Prince Johnson che durante il taglio delle orecchie di Doe da parte dei suoi uomini, beve tranquillo una Budweiser -non si sa se sia tralaltro un tentativo di macabra pubblicita'. Nel 1995 si tenne una conferenza di pace organizzata congiuntamente dall'ECOWAS, dalle Nazioni Unite, dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti e dall'Organizzazione di Unità Africana. In questo contesto Taylor acconsentì a un cessate il fuoco. Due anni dopo vinse le elezioni presidenziali, sebbene i combattimenti e le violenze nel paese non fossero ancora terminati del tutto. Fra l'altro, Taylor fu accusato di finanziare gruppi eversivi anche nei paesi confinanti, in gran parte usando gli introiti ricavati dall'estrazione di diamanti. Nel 1999 scoppiò una nuova guerra civile, questa volta causata dalla nascita di un movimento di ribelli chiamato Liberians United for Reconciliation and Democracy (LURD), appoggiato dalla Guinea. Un terzo esercito ribelle, il Movement for Democracy in Liberia (MDL), nacque nel 2003. Taylor perse il controllo di gran parte del paese, e la stessa Monrovia fu messa sotto assedio dal LURD.
Dopo un nuovo intervento delle forze dell'ECOWAS e degli Stati Uniti, l'11 agosto 2003 Taylor diede le dimissioni, trasferendosi in esilio in Nigeria (che in seguito avrebbe decretato la sua estradizione). Fu sostituito dal vicepresidente Moses Blah, che formò un governo di transizione.Nel 1999 scoppiò una nuova guerra civile, questa volta causata dalla nascita di un movimento di ribelli chiamato Liberians United for Reconciliation and Democracy (LURD), appoggiato dalla Guinea. Un terzo esercito ribelle, il Movement for Democracy in Liberia (MDL), nacque nel 2003. Taylor perse il controllo di gran parte del paese, e la stessa Monrovia fu messa sotto assedio dal LURD. Dopo un nuovo intervento delle forze dell'ECOWAS e degli Stati Uniti, l'11 agosto 2003 Taylor diede le dimissioni, trasferendosi in esilio in Nigeria (che in seguito avrebbe decretato la sua estradizione). Fu sostituito dal vicepresidente Moses Blah, che formò un governo di transizione. In 2002, Leymah Gbowee organizza il movimento delle donne della liberia per la pace, il Women of Liberia Mass Action for Peace, pregando e cantando con donne locali in un mercato del pesce a Monrovia: questo movimento aiutera' a mettere la parola fine alla seconda guerra civile liberiana nel 2003, e dopo un governo di supporto per due anni, alla elezione di Ellen Johnson Sirleaf nel 2005, la prima presidentessa donna nella storia dell'Africa. La Presidente liberiana durante il corso del suo mandato si sta distinguendo per la propria lungimiranza ed equita': ha difatti dato vita ad un team composto da persone provenienti da ambiti diversi, come il Ministero delle Pari Opportunità liberiano, l'ufficio del Gender Advisor dell'Onu (UNMIL/OGA) e la variegata galassia della società civile liberiana con l'obiettivo di preparare il programma politico da seguire per garantire una sempre maggiore parità fra i generi e per favorire lo sviluppo della condizione femminile in Liberia ancora seriamente compromessa sul piano della sicurezza e dell'educazione. Dalla fine della guerra civile la condizione della donna in Liberia è migliorata ma la violenza sulle donne continua ad essere molto estesa e restano ancora aperte le ferite, difficilmente rimarginabili del tutto, di tutte quelle donne brutalmente violate durante i quattordici anni di guerra civile da parte, soprattutto, dei ribelli di Charles Taylor. Per la prima volta nella storia di un paese uscito da poco da una così lunga e crudele guerra costata la vita a centinaia di miglia di persone, infatti, le diverse istituzioni che agiscono nel paese, dal governo nazionale, alle Nazioni Unite presenti con la UNMIL (United Nation Mission in Liberia), alla società civile, hanno lavorato insieme per la stesura di un documento programmatico politico volto all'implementazione della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, adottata dall'organo Onu nel 2000, e relativa alla condizione femminile. La Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza del 2000 era stata fino ad ora implementata da relativamente pochi paesi, la maggior parte dei quali europei. In tale ottica è dunque evidente l'importante passo che la Liberia, l'unico paese africano ad essere guidato da una donna democraticamente eletta, sta faticosamente attuando.
Dopo un nuovo intervento delle forze dell'ECOWAS e degli Stati Uniti, l'11 agosto 2003 Taylor diede le dimissioni, trasferendosi in esilio in Nigeria (che in seguito avrebbe decretato la sua estradizione). Fu sostituito dal vicepresidente Moses Blah, che formò un governo di transizione.Nel 1999 scoppiò una nuova guerra civile, questa volta causata dalla nascita di un movimento di ribelli chiamato Liberians United for Reconciliation and Democracy (LURD), appoggiato dalla Guinea. Un terzo esercito ribelle, il Movement for Democracy in Liberia (MDL), nacque nel 2003. Taylor perse il controllo di gran parte del paese, e la stessa Monrovia fu messa sotto assedio dal LURD. Dopo un nuovo intervento delle forze dell'ECOWAS e degli Stati Uniti, l'11 agosto 2003 Taylor diede le dimissioni, trasferendosi in esilio in Nigeria (che in seguito avrebbe decretato la sua estradizione). Fu sostituito dal vicepresidente Moses Blah, che formò un governo di transizione. In 2002, Leymah Gbowee organizza il movimento delle donne della liberia per la pace, il Women of Liberia Mass Action for Peace, pregando e cantando con donne locali in un mercato del pesce a Monrovia: questo movimento aiutera' a mettere la parola fine alla seconda guerra civile liberiana nel 2003, e dopo un governo di supporto per due anni, alla elezione di Ellen Johnson Sirleaf nel 2005, la prima presidentessa donna nella storia dell'Africa. La Presidente liberiana durante il corso del suo mandato si sta distinguendo per la propria lungimiranza ed equita': ha difatti dato vita ad un team composto da persone provenienti da ambiti diversi, come il Ministero delle Pari Opportunità liberiano, l'ufficio del Gender Advisor dell'Onu (UNMIL/OGA) e la variegata galassia della società civile liberiana con l'obiettivo di preparare il programma politico da seguire per garantire una sempre maggiore parità fra i generi e per favorire lo sviluppo della condizione femminile in Liberia ancora seriamente compromessa sul piano della sicurezza e dell'educazione. Dalla fine della guerra civile la condizione della donna in Liberia è migliorata ma la violenza sulle donne continua ad essere molto estesa e restano ancora aperte le ferite, difficilmente rimarginabili del tutto, di tutte quelle donne brutalmente violate durante i quattordici anni di guerra civile da parte, soprattutto, dei ribelli di Charles Taylor. Per la prima volta nella storia di un paese uscito da poco da una così lunga e crudele guerra costata la vita a centinaia di miglia di persone, infatti, le diverse istituzioni che agiscono nel paese, dal governo nazionale, alle Nazioni Unite presenti con la UNMIL (United Nation Mission in Liberia), alla società civile, hanno lavorato insieme per la stesura di un documento programmatico politico volto all'implementazione della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, adottata dall'organo Onu nel 2000, e relativa alla condizione femminile. La Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza del 2000 era stata fino ad ora implementata da relativamente pochi paesi, la maggior parte dei quali europei. In tale ottica è dunque evidente l'importante passo che la Liberia, l'unico paese africano ad essere guidato da una donna democraticamente eletta, sta faticosamente attuando.
Movimento pacifista delle donne liberiane
Cascate nel Parco Nazionale della Liberia
Proiettili per le strade di Monrovia
Approfondimenti:
http://www.nairaland.com/nigeria/topic-182685.0.html http://livinginmonrovia.blogspot.com/ http://www.globalsecurity.org/military/world/liberia/monrovia-maps.htm http://www.culanth.org/?q=node/58 http://www.praythedevilbacktohell.com/nonflash/press.htm
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